Il couscous
Il cous cous è composto da minuscole palline di farina di semola cotte al vapore. Anche se qualcuno lo considera un cereale, in realtà è un tipo di pasta.
Salve inguaribili viaggiatori,
oggi vi voglio parlare di una piatto dalle antichissime origini, il couscous.
Sul couscous fioriscono le più fantasiose leggende, come quella che ne attribuirebbe la paternità addirittura a Re Salomone che se ne sarebbe cibato per trovare rimedio dalle pene d'amore provate per la Regina di Saba.
Ma l’origine del couscous, rimane ancora oggi sconosciuta, anche se molti ricordano che il primo riferimento al couscous si trova nella letteratura araba che lo fa risalire al... Kitab al-Tabikh ti al-Maghrib wa'I-Andalus redatto intorno al XIII secolo da un autore hispano-musulmano rimasto anonimo.
Nel Kitab al-Tabikh ti al-Maghrib wa'I-Andalus si parlava di una favolosa ricetta da lui scoperta a Marrakesh: l'alcuzcuz fitiyani, ovvero l’attuale couscous.
Alcuni studiosi, ritengono, invece che il couscous che è consumato da sempre dalle popolazioni native del nord Africa con nomi diversi: kuskusu, kisksu, siksu, kusksi, kuskus sia una specialità d'origine berbera o comunque africana.
La diffusione nel Mediterraneo è dovuta ai Mori che durante le loro scorribande, portarono con loro la tradizione del ous cous e anche se osteggiati dalla Santa Inquisizione che lo riteneva cibo proibito, grazie alla sua bontà trovò ugualmente ampia diffusione in molti Paesi lontani dalla cultura islamica.
Nei giorni nostri, il couscous è un piatto che si può mangiare in tutto il nord Africa, ma anche in in Palestina, in Israele, nello Yemen per arrivare sino al Senegal e alla Costa d'Avorio.
Non dimentichiamo inoltre che il couscous è uno dei piatti caratteristici della zona del trapanese, che ospita, nella città di San Vito Lo Capo, un famoso festival in cui questo piatto fa da padrone.
Per maggiori informazioni sul festival del ous cous di San Vito Lo Capo, potete leggere il sito ufficiale della manifestazione: www.couscousfest.it
Il couscous è un tradizionale piatto berbero e richiede un tempo di preparazione piuttosto lungo: il semolino va prima inumidito, poi si preparano i granelli che verranno ricoperti da una finissima farina di grano.
Il couscous va cotto in una pentola a vapore e per evitare che si formino granelli troppo compatti, viene lavorato manualmente ogni 10 – 15 minuti e bisogna anche inumidito con il giusto mix di acqua, burro e olio.
È pronto quando i granelli si presentano umidi, soffici, ma ben separati tra loro.
Se vi piace il couscous, vi suggerisco di leggere la ricetta del: cous cous all’inguaribile viaggiatore che è una mia rielaborazione personale, che non si discosta di molto dall’originale e che visti i ritmi frenetici della vita moderna utilizza il cous cous precotto.
Per fare il couscous inguaribileviaggiatore, vi servono questi ingredienti:
Si parte tagliando a pezzetti il petto di pollo, se piccoli diventano più “croccanti” e le verdure.
In una padella si scaldano 2 cucchiai d’olio in cui si fa rosolare il pollo, una volta dorato si toglie e lo si mette a riposare in un piatto.
Nella stessa padella a questo punto si fanno stufare le cipolle tritate finemente; si aggiungono poi i pomodori tagliati a cubetti (se sbucciati rendono il composto più cremoso), le carote ed infine le zucchine sempre tagliate a pezzettini, i ceci lessati, due cucchiai di yogurt e se gradito il sapore agro-dolce dell’uvetta passa.
Ora si aggiunge un bicchiere d’acqua e le spezie; a tal proposito si possono utilizzare dei mix che si trovano in commercio indicati per il cous cous, oppure si crea un proprio mix con quelle che più piacciono.
Si lascia sobbollire a fuoco basso per una ventina di minuti, trascorsi i quali si riunisce il pollo alle verdure e si cuoce ancora per una decina di minuti.
Nel frattempo si prepara la granella di ous cous precotta secondo le indicazioni riportate sulla confezione.
Nella preparazione di questa ricetta ho utilizzato due differenti mix di aromi, uno che metto nell’acqua di cottura della granella di cous cous precotto, che il negozio di spezie in cui mi rifornisco chiama “Raz el Hanout-Marocco” ed è composta da pepe di Cubeba, pepe lungo, coriandolo, zenzero, pepe, cumino, cardamomo, finocchio, curcuma, noce moscata, galgant, anice stellato, chiodi di garofano, cannella, alloro, fiori di gelsomino, fiori di lavanda.
Devo dire che quest’ultima, a mio parere, dà una marcia in più al cous cous conferendogli un invitante profumo leggermente fiorito.
L’altra miscela concerne la preparazione dello stufato di verdure e carne che viene chiamata “Tabil-Tunisia” ed è composta da cassia cannella, anice, coriandolo, pepe, noce moscata, pepe della Cayenna, finocchio, chiodi di garofano, zenzero.
Ora non resta che impiattare e gustare il couscous inguaribileviaggiatore; magari, come vuole la tradizione, mangiando tutti insieme intorno a un unico piatto utilizzando le mani o meglio tre dita della mano destra, perché come dice un antico detto arabo: “con un dito mangia il diavolo, con due il profeta e con cinque l'ingordo”.
Suggerimento del cuoco: per un sapore migliore, usa il brodo per il liquido di cottura. Aiuta anche a tostare il cous cous in olio extravergine di oliva, aggiungendo un sottile sapore di nocciola.
Buon appetito e alla prossima ricetta!
inguaribile.viaggiatore(at)yahoo.it
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