Cantine Guido Berlucchi
Salve inguaribili viaggiatori,
continuo a raccontarvi la mia partecipazione al blogtour #LoveMontisola che si è svolto a Monte Isola sul lago d’Iseo.
Domenica pomeriggio abbiamo avuto il piacere di visitare le cantine Guido Berlucchi a Corte Franca, cuore della Franciacorta, a sud del lago di Iseo.
Già il nome racconta la storia di questo territorio, nel Medioevo le corti erano libere dal dazio (francae curtes) in cambio della manutenzione della strada che da Brescia conduceva ad Iseo.
Il paesaggio collinare non era generoso con i contadini nonostante il clima mite e ventilato, ma è ora dominato dai filari di viti dove maturano grappoli di Pinot nero e Chardonnay che vengono sapientemente trasformati in “uno spumante alla maniera dei francesi”, così come disse Franco Ziliani, giovane enologo, a Guido Berlucchi, discendente dei conti Lana de’ Terzi, nel loro primo colloquio a Villa Lana Berlucchi.
Da quell’ incontro nacque il sogno di trasformare il vino bianco prodotto dalle tenute della villa, non particolarmente pregiato, in un prodotto dall’inconfondibile perlage e aroma.
Guido Berlucchi inizia così la sperimentazione per creare un vino rifermentato in bottiglia secondo il metodo classico suggerito da Franco Ziliani e nascono nel 1961 le prime 3000 bottiglie di Pinot Franciacorta, l’anno successivo nasce Max Rosè, il primo rosè con le bollicine italiano.
Da quelle prime bottiglie, le cantine Guido Berlucchi di strada ne hanno percorsa tanta e si sono affermate come etichetta di prestigio che accompagna nella quotidianità e nei momenti di festa.
La nostra visita alle cantine Guido Berlucchi inizia dalla parte più antica della cantina, dove ci sono interminabili file dei caratteristici cavalletti in cui riposano le bottiglie in fase di rifermentazione e del successivo affinamento sui lieviti.
Il percorso che porta alla parte più moderna delle cantine Guido Berlucchi è punteggiato di immagini fotografiche che raccontano l’azienda attraverso gli occhi di famosi artisti mondiali e un posto d’onore viene riservato alla prima bottiglia prodotta.
Nel tempo si è passati dalla “poesia” di ruotare giornalmente le bottiglie a mano ad un più funzionale macchinario che consente al vino di raggiungere il giusto affinamento sui lieviti. A questo punto la bottiglia viene stappata, dopo che ha subito un processo di raffreddamento nella zona del collo, e vengono eliminati i lieviti residui (sboccatura). (nella foto a sinistra si vedono i lieviti prima di questa operazione)
Ora è pronta per proseguire il viaggio verso le nostre tavole, dopo che è stata nuovamente tappata, incapsulata ed etichettata. Da sottolineare è l’attenzione che questa azienda dedica all’ambiente che ha avuto inizio con il progetto Mille1vigna, che prevede una zonazione delle vigne, per permettere di eliminare gli appezzamenti non conformi al disciplinare del Franciacorta e concentrare le energie sulle aree maggiormente vocate.
Anche la fase di fertilizzazione e raccolta viene effettuata per microaree, nonché molta attenzione viene data ai trattamenti che vengono scelti a basso impatto, privilegiando quelli che salvaguardano gli insetti utili.
Per maggiori informazioni: Cantine Berlucchi indirizzo Via Duranti, 4, 25040 Borgonato BS - Telefono: 030 984381
Prima di dedicarci alla visita di Palazzo Lana Berlucchi abbiamo avuto il piacere di degustare dei meravigliosi calici di Saten e Max Rosè.
Il primo Franciacorta degustato è prodotto da uve Chardonnay al 100%, viene vinificato attraverso una spremitura soffice e progressiva dei grappoli e subisce una prima fermentazione alcolica in vasca d’acciaio.
La maturazione, in seguito alla preparazione della cuvée nella primavera successiva alla vendemmia, avviene in bottiglia con sciroppo di tiraggio e lieviti selezionati. Il processo di affinamento a contatto con i lieviti dura per almeno 24 mesi, seguito da altri 2 mesi dopo la sboccatura.
Il Max Rosè è derivato da un uvaggio composto di Chardonnay al 70% e Pinot Nero al 30%.La vinificazione è data da una spremitura soffice e progressiva dei grappoli con una prima fermentazione alcolica in vasca d’acciaio.
Il colore rosato è dato dalla macerazione di alcune ore del Pinot Nero con le bucce (“rosé di una notte”) che dona a questo Franciacorta un colore e dei profumi molto caratteristici.
La maturazione, dopo la preparazione della cuvée nella primavera successiva alla vendemmia con l’apporto del 10% di vini di riserva di annate precedenti, prosegue in bottiglia con sciroppo di tiraggio e lieviti selezionati. Il processo di affinamento a contatto con i lieviti dura almeno 24 mesi, seguito da altri 2 mesi dopo la sboccatura.
Visitiamo ora il Palazzo Lana Berlucchi che è edificato su fondamenta medievali ed è caratterizzato da un’architettura di transizione risalente ai primi anni del Cinquecento e sorge accanto alle cantine.
Palazzo Lana Berlucchi è costituito da due fabbricati uniti da una preziosa loggetta di cinque campetelle, già ripresa nel marchio aziendale e da un porticato che si affaccia sul giardino rettangolare, racchiuso tra le due ali di edifici.
Palazzo Lana Berlucchi racconta ancora i fasti del passato, in particolare, varcato il portone entrando nel grande salone, che occupa a tutta altezza il corpo centrale del Palazzo Lana Berlucchi, si possono ancora ammirare i ritratti dei conti Lana e dei discendenti Berlucchi, ma anche il dipinto della veneziana Caterina Cornaro, regina di Cipro, che la tradizione vuole ospite a palazzo durante il suo viaggio in Franciacorta del 1495.
Salendo al primo piano del Palazzo Lana Berlucchi, alla sommità di una ripida scala, ci s’immette in una grande stanza affrescata con le immagini del castello di Brescia, di un’enorme coppia di cavalli e di quattro figure mascherate.
Il Palazzo Lana Berlucchi è sede oggi della Fondazione Guido Berlucchi, che ha anche una quota della società e che opera per promuovere gli studi di elevato impegno e rilievo, nonché la ricerca scientifica e la didattica relative a malattie oncologiche.
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