Salve inguaribili viaggiatori
continuiamo oggi la scoperta delle tre cime di Lavaredo che è l’esperienza che ci racconta un nostro affezionato lettore.
Se anche tu vuoi condividere con altri viaggiatori, l’esperienza del tuo ultimo viaggio (o week end) non devi far altro che contattarci!!!
Ecco il suo racconto:
un saluto da Marco Cavicchi, finalmente quest’oggi finirò di raccontarvi la mia avventura sulle splendide 3 cime di Lavaredo.
Nel racconto precedente eravamo rimasti alla notte passata al Rifugio Locatelli, che doveva assicurarci qualche bello scatto della via Lattea, parlo al plurale perchè ero in compagnia di Luca ricordate? (per i più smemorati il link è www.inguaribileviaggiatore.it/3-cime-di-lavaredo)
Ad ogni modo purtroppo il tempo non ce lo ha permesso, quindi, un po’ delusi, torniamo nella camera comune e ci addormentiamo per qualche ora, si, perché l’idea è quella di svegliarci in tempo per poter vedere l’alba in questa valle, sempre sperando in una schiarita del cielo.
Ebbene, appena l’orologio suona indicandoci l’ora di svegliarci, apro gli occhi e mi accorgo dalla piccola finestrella alle spalle del letto, che, leggermente coperta dall'umidità formatasi negli angoli, si cominciavano a vedere le montagne, credetemi, uno spettacolo unico quasi commuovente, queste cime che svettano fiere da sole nel mezzo della vallata, aspettando di essere baciate dai primi raggi rosa del sole.
Sveglio subito Luca, ci vestiamo velocissimi e corriamo fuori dal Rifugio Locatelli, ovviamente il tutto cercando di fare meno rumore possibile, siamo pur sempre in una camerata comune.
Scendiamo le scale di legno cigolanti e apriamo le porte, ecco l’effetto WOW che aspettavamo con ansia, dei colori caldi sul rosa/arancio che riflettevano sulle rocce e su qualche nuvola in cielo, finalmente è l’azzurro a farla da padrone e non più il grigio.
Felicissimi facciamo volare Frizzy (ricordate? Il simpatico e ormai inseparabile drone che mi accompagna in ogni scampagnata fuori porta) accorgendoci così dallo schermo di iPhone che i 2 laghetti alle nostre spalle stavano regalando uno spettacolo del tutto unico, hanno preso un colore bluastro scuro, riflettendo il monte Paterno e qualche nuvola, il secondo effetto WOW di questa splendida mattina.
Ma credetemi, non è finita, guardando oltre i laghetti (sempre alle nostre spalle) ci accorgiamo che lo strapiombo verso valle è completamente ricoperto da una soffice coperta di nuvole bianche, come cotone, ferme, immobili.
Insomma, un’alba da rimanere senza fiato.
Non appena il sole ha fatto capolino ed è salito, la magia finisce, quindi decidiamo di tornare al rifugio Locatelli per fare colazione, assolutamente fondamentale per affrontare il trekking del ritorno.
Una volta esserci rifocillati a dovere con pane, marmellata e burro, torniamo in camerata per recuperare lo zaino e usciamo per andare sulla piccola cresta sulla sinistra del Rifugio Locatelli, dove conosciamo altri 4 ragazzi, che come noi, appassionati di fotografia sono intenti ad immortalare ogni singolo centimetro della vallata.
Dopo esserci presentati e discusse delle rispettive foto/video fatti decidiamo di incamminarci verso la via del ritorno tutti assieme, infatti saranno i nostri compagni di trekking sino al rifugio Auronzo.
Quindi non rimane che dare un’ultima occhiata a queste 3 meraviglie, e fatto ciò, ci mettiamo in marcia.
Il ritorno devo dire essere stato abbastanza faticoso (forse complice il grande peso che portiamo sulle spalle), infatti il primo tratto, quello che va dal rifugio Locatelli al rifugio Lavaredo rimane praticamente tutto quanto in salita, quindi lo facciamo con molta calma e con una piccola pausa una volta arrivati ai piedi delle 3 Cime.
Riprese le forze ma soprattutto il fiato, riprendiamo il cammino, superiamo il caseggiato del Lavaredo velocemente, proseguendo sempre sullo stesso sentiero, sino ad arrivare ad un attraversamento di mucche guidate dai loro pastori con tanto di cani, una perla che solo la montagna può regalare, ci siamo davvero molto divertiti a seguire l’intero gregge per circa un Km, perché ovviamente dovevamo andare tutti nella stessa direzione, Il rifugio Lavaredo.
Una volta arrivati salutiamo i nostri compagni di viaggio e terminiamo la nostra giornata con una bella cena all'interno del Lavaredo.
Tirando le somme di questa 2 giorni sulle dolomiti Bellunesi, posso dire essere stata una gita davvero entusiasmante e che consiglio a tutti i lettori.
Il fatto di soggiornare in un rifugio è un’esperienza unica che permette di respirare e vivere la montagna a pieno dandoci la possibilità di evadere completamente da quei ritmi cittadini ai quali apparteniamo, e che troppo spesso ci fa dimenticare quanto può essere bello stare all'aria aperta in una località unica al mondo immersi completamente nella natura.
Chiaro ... l’avventura c’è, infatti come potrete immaginare un rifugio non è un albergo, occorre scendere a qualche compromesso, ma vi posso garantire che ne vale davvero la pena.
In calce vi lascio il video racconto di questa seconda giornata e un video che raccoglie le immagine più belle ed emozionanti di quei luoghi stupendi.
E nell'augurarvi una buona visione vi saluto e vi rimando alla prossima gita fuori porta
L'inguaribile Viaggiatore Marco Cavicchi
inguaribile.viaggiatore(at)yahoo.it
VideoLog di questo posto meraviglioso | Il video racconto della seconda giornata |
Questo articolo contiene link di affiliazione. Tutto ciò non comporta alcun costo aggiuntivo per te, mentre per noi significa ricevere una piccola commissione su qualsiasi tuo acquisto fatto attraverso i nostri link. È un modo per supportare le nostre attività.
Grazie per sostenerci.