Il monte Adone, lungo la via degli dei è l’esperienza che ci racconta un nostro affezionato lettore.
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Ecco l’inizio del racconto dell'inguaribile viaggiatore Marco Cavicchi
Oggi ho il piacere di portarvi con me alla scoperta del Monte Adone, situato in provincia di Bologna, più precisamente a ridosso di Sasso Marconi.
Il monte adone è una delle tappe della “la via degli dei”, famoso cammino che vede la partenza in Bologna e come arrivo la città di Firenze.
Era una domenica di agosto ed io e Gianni volevamo fare un trekking, ma che non ci portasse via tutta la giornata, quindi la scelta è ricaduta proprio sul Monte Adone, anche perché ormai da tempo ci eravamo prefissati di andarci.
Così prepariamo gli zaini e ci mettiamo in macchina, tappa per procurarci i panini che saranno il nostro pranzo e finalmente si parte.
Una volta arrivati nel paesino di Brento, parcheggiamo la macchina e procediamo a piedi, seguendo i cartelli con le indicazioni “via degli dei”.
Dopo una breve passeggiata incontriamo la segnaletica che ci indica il sentiero 110 per il Monte Adone, sentiero che percorreremo per tutto il nostro percorso.
Ci accorgiamo subito che il paesaggio è quello tipico dei colli bolognesi, caratterizzati da macchie di colore completamente diverse tra loro dovute alle differenti coltivazioni trattate, oltre che a trovare frutta da assaggiare, come le more e l’uva.
Basta percorrere qualche metro e subito incontriamo Pietro e Francesca, 2 ragazzi con zaini belli carichi, partiti in mattinata dalla stazione centrale di Bologna per percorrere il cammino degli dei.
Ne approfittiamo per chiedere informazioni a riguardo e fare 4 chiacchiere, in fondo il bello dei viaggi è l’opportunità di fare nuove conoscenze, e quindi ci aggreghiamo a loro e procediamo con il cammino.
Ci addentriamo in un bosco con alberi non molto alti ma fitti, proseguiamo poi lungo una piana dove il panorama è davvero spettacolare, dove le cime più alte si appoggiano dolcemente su vallate lunghissime dal colore verde acceso, assieme a coltivazioni sterminate che regalano un contrasto molto suggestivo, fino ad arrivare al centro Tutela e ricerca fauna esotica e selvatica.
Una struttura davvero curiosa che varrebbe la pena approfondire, ma che ahimè occorre prenotarsi diverse settimane prima per poterla visitare.
Mi limiterò a dirvi che abbiamo potuto vedere in lontananza una coppia di leoni dentro la recinzione, ed è entusiasmante pensare che ci sia un posto del genere nel cuore dell’Emilia Romagna.
A questo punto dobbiamo salutare i nostri amici Pietro e Francesca, in quanto loro procederanno lungo il sentiero 110a, percorso che taglia il monte Adone per arrivare più velocemente alla loro tappa di giornata, mentre noi ci addentriamo nel cuore del trekking.
Infatti da questo punto ci aspetta una salita piuttosto ripida di circa 500m, che ci permetterà di arrivare sulla cima del Monte Adone.
Non poteva mancare una sosta per far volare “Frizzy” il mio fidato drone, quindi appena troviamo un punto esposto e senza vegetazione di sorta ci fermiamo.
Con gli occhi di Frizzy riesco finalmente a vedere il monte, e mi rendo conto che ormai ci siamo, pochi metri ancora in salita ma ci siamo.
Ci rimettiamo in marcia, e dopo poco più di un quarto d’ora eccoci arrivati, siamo quasi in cima, dico quasi perché tra noi e la croce che segnala il punto d’arrivo c’è un sorta di piccolo canyon, con al centro 2 pietre che si ergono verso l’alto come punte, la forma è molto particolare, in basso più larghe e via via più sottili sino a sparire, il materiale sembra quasi argilloso di un colore marrone chiaro e con una circonferenza irregolare.
Tutto questo ci lascia davvero a bocca aperta, ci ricordava vagamente il film Avatar, esatto bravi avete capito bene, i monti alleluia, con la differenza che questi non fluttuano in aria ovviamente, ma l’idea è quella, più in piccolo, ma è quella.
A questo punto non ci rimane che raggiungere la croce dalla parte opposta, e in pochi minuti continuando sul sentiero arriviamo a destinazione.
Finalmente conquistiamo la vetta del Monte Adone, quota 654 metri, occhi sbarrati e pronto a far volare Frizzy, anche se da qui, non serve un drone per ammirare lo spettacolo offerto da mamma natura, una montagna davanti a noi di colore verde scuro che va in picchiata sulla vallata di un paesino e alle nostre spalle uno sterminato insieme di colli verde chiaro che si incastrano perfettamente tra di loro, a tratti sembra quasi il paesaggio toscano.
Sul monte invece, esattamente sotto alla croce, c’è un diario di viaggio, dove coloro che passano per di qua possono lasciare un pensiero, un’idea che ho apprezzato moltissimo, in effetti la trovo sentimentale e profonda.
Ora ne approfittiamo per mangiare i nostri panini davanti a tutta questa bellezza, infatti da li non saremmo più voluti muoverci, ma purtroppo tutte le cose belle prima poi finiscono no? E quindi soddisfatti e con la pancia piena ci rimettiamo in marcia verso la macchina.
In conclusione posso dirvi che è un trekking abbastanza semplice, la salita tira un po’ ma ognuno con i propri tempi riuscirà a farla senza particolari problemi.
Ma vi dico anche che ne vale davvero la pena, spesso non crediamo ci siano posti così affascinanti nelle zone meno blasonate come possono essere gli appennini emiliani, precludendoci cose meravigliose.
Provare per credere.
L’inguaribile Viaggiatore Marco Cavicchi
inguaribile.viaggiatore(at)yahoo.it
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