Salve inguaribili viaggiatori,
il Natale e le sue atmosfere sembrano già un lontano ricordo, mentre ci prepariamo a vivere l’allegria e la vivacità del Carnevale. Quest’anno le giornate cardine del Carnevale cadono Giovedì 8 Febbraio 2018 e Martedì 13 Febbraio 2018, con quel tanto atteso Martedì Grasso che segna il termine e allo stesso tempo il culmine dei festeggiamenti.
Il Carnevale è uno dei momenti più magici dell’anno: le strade di città e borghi si riempiono di coriandoli multicolori e delle maschere più varie, per un’atmosfera allegra e colorata capace di contagiare grandi e piccoli. Questa festa spensierata e gioiosa permette a tutti di tornare bambini per un po’, soprattutto grazie alle sfilate di carri allegorici e le feste a tema che si tengono in tutta la penisola.
Tra i tanti eventi e le tradizioni legate al Carnevale che interesseranno l’Umbria, ho scelto una manifestazione e le quattro (più una) maschere che ben caratterizzano la festa nella regione.
La festa di Carnevale di Spoleto affonda le sue radici nel passato della città, arrivando quest’anno a celebrare la sua 190esima edizione. Da domenica 4 fino all’11 Febbraio, per le strade del centro storico sfileranno gli otto carri allegorici allestiti in queste ultime settimane dagli spoletini, pronti a stupire i tanti che accorreranno per partecipare ai festeggiamenti.
Come sempre i carri raffigurano temi ben precisi, e in questa edizione i loro titoli sono:
Inoltre, da non perdere la mostra appositamente allestita nei locali di Via Saffi, dedicata alla storia locale del Carnevale: saranno esposti documenti e foto d’epoca provenienti direttamente dall'Archivio di Stato locale, che testimoniano la storia e l’evoluzione del Carnevale spoletino.
Tutti conosciamo le classiche maschere del Carnevale, da Arlecchino a Pulcinella, da Balanzone a Rugantino. Anche l’Umbria ha le sue maschere tipiche, meno conosciute ma non per questo meno particolari.
Nel 2015, nel piccolo borgo di Avigliano Umbro, sono state scoperte quattro maschere legate alla Commedia dell’Arte: Nasotorto, Chicchirichella, Rosalinda e Nasoacciaccato. Le maschere sono nate a partire da varie filastrocche locali risalenti al 1500, grazie ad un accurato e complesso lavoro di ricerca e ricostruzione storica. Ognuna delle maschere ha una sua propria caratterizzazione, mentre tutte e quattro di esprimono in quel dialetto tipico dell’area della Conca Ternana.
Forse più nota è poi la maschera di Bartoccio da Pian del Tevere. Questa tipica maschera carnevalesca locale pare sia presente a Perugia dal 1600, tramandata poi nei secoli dalla letteratura e dalla satira popolare di tradizione orale. La Società del Bartoccio, nata proprio nel capoluogo umbro, si propone di mantenere viva la tradizione di questa maschera con l’apposita festa che la vede protagonista.
Bartoccio raffigura il tipico contadino del perugino, dall'indole semplice e rustica ma allo stesso tempo burlesca e furba, tanto da farsi portavoce di messaggi satirici ai politici dell’epoca. Questa sagacia e spregiudicatezza, espressa rigorosamente in dialetto perugino, è stata condensata nelle cosiddette Bartocciate: delle composizioni dialettali a sfondo sociale che venivano scritte in modo anonimo. Nel tempo, le Bartocciate così intese sono state sostituite da Bartocciate più golose: oggi il termine, infatti, indica le tipiche frittelle del Carnevale perugino preparate con uvetta e pinoli, tutte da gustare.
Approfittando del carnevale in Umbria potete visitare Narni e tornare a casa con un souvenir gastronomico, magari uno dei sette presidi slow food presenti in regione.
Alla prossima ricetta.
L’inguaribile viaggiatrice,
Veronica Beco
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