Oggi si parte per una delle tappe più attese di tutto il viaggio in Iran. A 50 km da Shiraz c’è ciò che resta di una delle capitali dell’Impero achemenide, Persepoli un nome che evoca mistero, grandezza e bellezza.
Mistero perché di questo vasto complesso ci sono poche tracce negli scritti dell’epoca, come se gli Achemenidi avessero voluto tenere nascosta la sua esistenza.
Grandezza perché qui ogni cosa è imponente: la Montagna della Misericordia su cui la città si appoggia, le colonne, le statue, le scalinate, i bassorilievi tutto doveva incutere stupore e soggezione ai visitatori e ci riesce anche a distanza di centinaia di anni.
Bellezza, in ogni espressione dei volti scolpiti nella pietra, nei dettagli delle armature, nei particolari degli animali, tutto ricrea la vita tra questi palazzi.
Pare di vederli i dignitari delle lontane province di Libia, Egitto, Etiopia, Babilonia, India riconoscibili nei loro costumi tipici, mentre sfilano con doni preziosi, prima tra i ciclopici guardiani contro il male, i tori alati della Porta dei tutte le Nazioni e poi sulla monumentale scalinata tra due file di cavalieri e arcieri in alta uniforme per arrivare all’Apadana, la sala delle udienze che poteva contenere fino a 10.000 persone. E immagini le donne, di cui non ci sono raffigurazioni ma che sicuramente vivevano nella corte, mentre in abiti sontuosi e gioielli passeggiavano nell’harem.
In più punti del complesso si ritrova l’effige di Ahura Mazda la divinità alata della religione Zoroastriana, il principale culto della Persia prima dell’arrivo dell’Islam e del leone che sbrana il toro, in altre parole l’anno nuovo che uccide il vecchio perché Persepoli era il luogo in cui veniva celebrato il Nouruz l’equinozio di Primavera, l’inizio del nuovo anno, il ritorno alla vita dopo i freddi mesi invernali.
Questo scenario suggestivo è ancora più impressionante se visto dall’alto della tomba di Artaserse III da cui lo sguardo si perde tra la Sala delle Cento colonne al Tesoro, fino al Palazzo di Dario e più lontano nella pianura.
Parsa, come la chiamavano gli antichi persiani, si piegò solo alla furia di Alessandro Magno che saccheggiò il Tesoro e la fece incendiare. Le fiamme distrussero i tetti e tutte le parti in legno di cedro che crollarono sugli edifici ma i resti che ho davanti agli occhi emanano un fascino indiscusso, una regalità che resta impressa nella memoria.
Dario il Grande però non è sepolto a Persepoli. La sua tomba si trova a qualche chilometro di distanza a Naqhsh-e-Rostam. Qui in alto, sul fianco della montagna sono ben visibili 4 tombe a croce e sarebbero, stando ad alcune iscrizioni, quelle di Dario I, suo figlio Serse I e poi Artaserse I e Dario II.
Nella camera dove era posto il sarcofago del re si accedeva tramite una piccola porta al centro della croce. La loro posizione elevata non impedì all’esercito di Alessandro Magno di depredarle.
E’ straordinario come gli antichi costruttori, 3000 anni fa, riuscirono a Persepoli a scavare e intagliare la roccia lasciandoci giganteschi bassorilievi che raccontano le gesta dei re Sasanidi tra cui la vittoria sugli imperatori romani Filippo l’Arabo e Valeriano e l’incoronazione del re sasanide Ardasir I. E’ su questa scultura che per la prima volta è usata la parola Iran che significa “di nobili origini”.
Di fronte alle tombe si trova un edificio alquanto misterioso, una torre quadrata chiamata Bun Khanak o la Ka’ba di Zoroatro perché si era pensato fosse un tempio del fuoco zoroastriano. In molti invece pensano fosse il Tesoro dello stato.
Questa lunga giornata nella storia dell’antica Persia si conclude con un po’ di relax nel rigoglioso Bagh-e Eram, uno dei nove giardini iraniani patrimonio dell’Unesco. E’ affollato di famiglie che si fanno selfie, bambini che giocano tra i fiori e coppiette che passeggiano all’ombra dei grandi alberi.
L’elegante villa, ora di proprietà dell’Università, si specchia in un’ampia vasca da cui partono i canali per l’irrigazione dell’immenso giardino e del grande roseto che tra qualche settimana sarà un’esplosione di colori e profumi.
Il racconto del mio viaggio in Iran con l'articolo: Alla scoperta di Yazd, mentre se volete leggere dall'inizio il racconto della mia esperienza iraniana, vi rimando all'articolo: Viaggio in Iran
L'inguaribile viaggiatrice Barbara Mattiuzzo
inguaribile.viaggiatore(at)yahoo.it
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