Lalibela
Lalibela

Sveglia all'alba stamattina. Ci aspettano molte ore di guida la nostra destinazione è Lalibela, la Gerusalemme d'Africa. Patrimonio dell'Unesco dal 1978, una città unica al mondo con le sue chiese interamente scavate nella roccia.

Quella di San Giorgio è forse la più ammirata e fotografata. Un edificio monolitico, realizzato da un solo blocco di pietra che gli operai iniziarono a scavare dall'altezza del terreno scendendo fino a 12 metri di profondità. E' a pianta cruciforme e anche il tetto è decorato con delle croci che sono anche un sistema di scolo per l'acqua piovana.

La leggenda narra che proprio San Giorgio, sceso a verificare la costruzione delle altre chiese della città, ne chiese al re una a lui dedicata e questa infatti è l'ultima edificata in ordine di tempo e la meglio conservata.

Le chiese di Lalibela

Le 11 chiese di Lalibela hanno esternamente decori molto semplici mentre gli interni sono abbelliti con dipinti dai colori intensi e sono collegate fra loro da tunnel e cunicoli che i fedeli percorrono come rito di purificazione dal buio del peccato alla risurrezione nella luce. Di tutti il più conosciuto è quello che collega le chiese di Bet Merkorios a Bet Gabriel-Rafael.

E’ un’esperienza forte difficile da raccontare perché quello che si prova camminando nell’oscurità dei 35 metri del tunnel non è facilmente condivisibile.

Si entra da un piccolo pertugio nella roccia, in fila indiana, uno dietro l’altro, la mano destra appoggiata alla parete a fianco per percepire l’andamento della galleria, la mano sinistra a toccare il soffitto che lentamente si abbassa mentre proseguiamo sottoterra, fino a costringerti a tenere il capo chinato.

Il buio che ci avvolge è totale. E’ proibito accendere una qualsiasi fonte luminosa, questo è per i fedeli copti un luogo sacro con le sue regole che vanno rispettate.

Non c’è luce nell’oltretomba e chi affronta questo percorso non deve assolutamente soffrire di attacchi di panico, ansia, claustrofobia perché non si vede assolutamente nulla per decine e decine di metri.

Bastano pochi passi per rendersi conto che si è immersi nelle tenebre, la discesa agli inferi è cominciata e non si può tornare indietro (il tunnel è troppo stretto per permettere il passaggio di due persone e comunque nella completa oscurità non è possibile andare nel senso opposto all’interminabile fila che c’è alle nostre spalle)

Si va avanti mentre i piedi percepiscono che il pavimento della galleria è in pendenza, una simbolica discesa nel regno della dannazione, del tormento, dell’infelicità, mentre la volta si chiude sempre di più sopra le nostre teste.

I fedeli cantano e le loro voci risuonano e mi ricordano il lamento delle anime dei dannati, la loro disperazione, la loro angoscia. Ci si muove a rilento ma con ordine.

In alcuni momenti la fila si ferma e sono gli attimi più difficili in cui la mente può non accettare di trovarsi in una condizione di costrizione e oblio.

Rinascita

Poi si percepisce un primo debole chiarore che si fa sempre più intenso e vibrante mentre avanziamo e il canto dei fedeli si trasforma in un inno alla gioia accompagnato da applausi e schiocchi della lingua.

Il Paradiso è davanti a noi. Pochi passi e tre alti gradini e siamo fuori, una vera resurrezione mentre l’aria accarezza il viso e la luce ci avvolge, una piena immersione nella luminosità che ci fa risplendere. Non serve essere credenti per percepire l’intensità di questi momenti.

La sensazione di rinascita va al di là di ogni fede religiosa e sicuramente l’aria che si respira a Lalibela, intrisa di devozione e fede, nonostante la presenza dei turisti, accresce l’esperienza di questo viaggio tra il male e il bene.

Lalibela è un luogo di preghiera e spiritualità dove la devozione del popolo etiope si esprime in tanti momenti e in tanti gesti, dalle benedizioni dei sacerdoti con le croci tradizionali, ai canti sacri accompagnati dal suono dei tamburi.

Come altre località in Etiopia anche Lalibela ha un'origine leggendaria. Si racconta che un bambino di stirpe reale al momento della nascita venne avvolto da uno sciame di api. La mamma interpretò questo avvenimento come un segno che indicava un futuro glorioso per il figlio e lo chiamò Lalibela che significa " le api riconoscono la sovranità".

Lasciamo la città per andare a visitare una chiesa che dista 90 minuti. L’auto si fa largo tra gruppi di fedeli che si recano alla messa e la gente che va al grande mercato del sabato.

La strada si fa più accidentata e costeggia montagne dove tra la ricca vegetazione si nascondono chiese anch’esse luoghi di pellegrinaggio.

Yemrehanna Kristos

Appena mettiamo piede fuori dall’auto veniamo circondati da una moltitudine di bambini vivaci e curiosi che per un po' ci seguono lungo il sentiero che in un’ora, attraversando uno splendido bosco, ci porta a Yemrehanna Kristos.

E’ una chiesa ipogea, ovvero costruita dentro una caverna naturale, che risale al 12esimo secolo e deve il suo nome ad un sacerdote santificato.

La struttura elegante e ben conservata, è fatta di travi di legno scuro che si alternano a pietre intonacate di bianco su cui si aprono varie finestre decorate con croci ognuna diversa dall’altra.

L’interno, diviso in navate da archi e pilastri, è molto buio, per cui a malapena si distinguono i dipinti sulle pareti e i cassettoni intagliati che decorano il soffitto.

Questo sito straordinario comprende anche un cimitero dove nell’oscurità si distinguono le mummie di chi ha scelto di venire a morire in questo luogo in cui vivono sacerdoti ed eremiti che accolgono i fedeli che vengono in pellegrinaggio.

E’ l’ultima emozione di un viaggio in un paese straordinario che mi ha conquistato con i suoi panorami spettacolari e le atmosfere senza tempo.

L’Etiopia è una terra antichissima dove i sorrisi e la fatica della sua gente coraggiosa e orgogliosa non lasciano indifferenti. Un popolo con una forte identità, una sua storia, oltre 70 lingue, un suo calendario e un suo alfabeto.

Un paese che ammalia con il suo passato, l’ardore della fede, le bellezze naturalistiche delle sue montagne e degli altipiani, il mistero delle chiese rupestri e il fascino dell’alternanza di palazzi moderni e castelli antichi, di casupole di legno e fango e chiese monumentali.

E’ il cuore dell’Africa, la culla dell’umanità, un paese ricco di splendori, saggezza e mistero in si può solo sperare di ritornare.

Il viaggio nell'Etiopia del nord, termina, ma se volete avere maggiori informazioni sulla parte meridionale di questa nazione, non vi resta che leggere l'articolo: www.inguaribileviaggiatore.it/viaggio-in-etiopia.

L'inguaribile viaggiatrice Barbara Mattiuzzo
inguaribile.viaggiatore(at)yahoo.it